Intelligenza Emotiva: Giuliano Sanna
Si fa un gran parlare di soft skills, di empatia, di capacità di relazionarsi con gli altri nel mondo del lavoro e non solo. Abbiamo voluto approfondire l’argomento e lo abbiamo fatto con Giuliano Sanna, BU Permanent Manager e Branch Manager Roma, che ha al suo attivo una lunga esperienza di azienda e di selezione del personale. Leggete che cosa ci ha risposto:
Che significa l’intelligenza emotiva in un contesto lavorativo e che impatto ha sul clima aziendale?
Parlare oggi di intelligenza emotiva (IE) in azienda non è più una questione di “soft skills”, ma una vera e propria leva strategica.
L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni, così come quelle degli altri. In un contesto aziendale come il nostro, questo significa saper comunicare con empatia, ascoltare attivamente, gestire i conflitti e contribuire a creare un ambiente collaborativo. Un team con un buon livello di IE lavora meglio, è più motivato e affronta lo stress con maggiore resilienza.
È una qualità importante a tutti i livelli e perché?
A ogni livello, dall’operativo al manageriale, l’intelligenza emotiva è ciò che permette di costruire relazioni sane, prendere decisioni ponderate e affrontare il cambiamento. Un leader empatico, ad esempio, sa motivare i collaboratori, mentre un collega con una buona consapevolezza emotiva favorisce la coesione del gruppo.
Sai farmi un esempio in cui l’intelligenza emotiva diventa un elemento imprescindibile?
Penso a quando un recruiter deve dare un riscontro negativo a un candidato. Farlo con tatto, rispetto e trasparenza può trasformare un momento difficile in un’occasione di crescita. Allo stesso modo, un commerciale che sa leggere le emozioni del proprio interlocutore riesce a costruire un rapporto di fiducia e chiudere trattative in modo più efficace.
Quanto conta nella scelta dei candidati?
Nella selezione del personale, oltre alle competenze tecniche, dovremmo saper valutare sempre anche il livello di intelligenza emotiva: come i candidati gestiscono lo stress, come si relazionano, quanto sono consapevoli di sé. In un mercato del lavoro sempre più orientato alla relazione e alla collaborazione, queste sono qualità che fanno davvero la differenza.
L’intelligenza emotiva, in definitiva, non è un “di più”, ma una delle fondamenta del successo aziendale. Come scrive Daniel Goleman, padre del concetto:
“Le persone con un’elevata intelligenza emotiva sono in sintonia con le proprie emozioni e con quelle degli altri; questa capacità è essenziale per una leadership efficace”.
(Daniel Goleman, Intelligenza Emotiva, Rizzoli, 1997)